Verso Robilante, in una zona collinare nel parco di una villa andata distrutta durante la guerra, sorgono due splendidi esemplari di sequoia che dominano su un gruppo di abeti e cedri, anch'essi di notevole sviluppo.Queste piante sono censite tra gli alberi monumentali italiani. L'esemplare più alto arriva a 50 metri di altezza, con una circonferenza di base di oltre 7 metri, mentre il fratello è leggermente più basso ma ha una circonferenza di ben 10,5 metri. Nonostante la loro mole, sono giovanissimi: hanno infatti cento anni di vita, età irrisoria se si conta che in California raggiungono anche i 3000 anni. Qui hanno trovato un clima assai simile al loro ambiente d'origine e godono di ottima salute. La messa a dimora delle piantine è fatta risalire al giardiniere Giacomo Fantino i cui discendenti abitano a Roccavione "i brindur"; egli prima di questa attività, aveva lavorato nelle miniere in Nord America e forse portò le piantine al ritorno in Italia. Curiosamente i legami con l'America non finiscono qui. Le sequoie si trovano in quello che fu il parco della Villa dei Conti Salazar.
L'ultimo discendente ospitò nella sua dimora, nei primi anni di questo secolo, una giovane americana che aveva promesso di sposare. Il matrimonio non si fece, il Conte Salazar convolò a nozze con un'altra donna e la giovane straniera, evidentemente innamorata, decise di farsi costruire una casa più a monte, oggi " Casa Auxilium ", proprietà di religiose salesiane. Nulla più resta della dimora dei Conti Salazar. La moglie dell'ultimo discendente, soffocata dai debiti, nel 1936 diede fuoco alla casa per riscuotere l'assicurazione ma il gioco fu scoperto e i soldi sfumarono. Nel parco sopravvivono un gigantesco esemplare di Araucariae, due rari e forse unici esemplari europei di Thujopsis delabrata, pianta giapponese considerata sacra perché serviva per uso esclusivo della famiglia reale e per scopi religiosi.